5 Settembre 2008
DIRETTIVA NITRATI:

Come ormai tutti sanno, nei mesi scorsi la Giunta regionale ha individuato con propria delibera come zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ZVN) tutto il territorio dei bacini scolanti nella lagna di Marano e Grado. Ne consegue che è stato delimitao il territorio di ben 67 comuni, tutti in provincia di Udine, pari a 175.229 ettari dei quali l’80% è investito a seminativi. Il passo successivo al fine di rendere operativa la delibera consiste nella realizzazione e successiva adozione del Programma d’ Azione che detta le disposizioni generali (caratteristiche e dimensionamento delle strutture di stoccaggio, le modalità di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e dei concimi azotati, la gestione del suolo) e gli adempimenti (comunicazione, piano di utilizzazione agronomica, registro dei fertilizzanti azotati) cui devono sottostare le aziende agricole localizzate nella ZVN. In poche parole il programma d’azione disciplina i criteri e le norme tecniche che le aziende agricole, i cui terreni ricadono in zona vulnerabile devono osservare per lo stoccaggio e l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento nonchè dei concimi azotati minerali e degli ammendanti organici utilizzati su tali terreni.
Dal momento della pubblicazione della delibera del 26 giugno 2008, che definiva la ZVN, ad oggi, ci sono stati diversi momenti di confronto e discussione con la Regione per arrivare a redigere un Programma d’ Azione che tenga conto dei “diversi gradi di vulnerabilità”, che preveda una “graduazione dell’intensità dei programmi d’azione” ma che soprattutto permetta un’ applicazione della direttiva tale da risolvere il problema nitrati salvaguardando contestualmente i due comparti cardine dell’agricotura regionale.
 
Nel presente articolo verranno riportati solamente i contenuti essenziali, con le relative modifiche apportate, del piano di azione, rimandando a una successiva nota informativa gli approfondimenti necessari.
 
Purtroppo, su diversi aspetti del Programma d’ Azione, il D.M. di recepimento della direttiva comunitaria ha precluso ogni possibilità di contrattazione, mentre su altre questioni si sono adottati dei provvedimenti meno invasivi per le aziende coinvolte, soprattutto per ciò che concerne l’onere burocratico che pesava su di esse in modo importante già dalla prima stesura in bozza del Programma d’ azione.
La novità sostanziale del documento è rappresentata dall’introduzione di soglie massime di concimazione azotata calcolate per ogni singola coltura e dalla cumulabilità dell’azoto chimico ed organico
Per l’applicazione degli adempimenti a cui devono sottostare le aziende agricole, si è stabilito di individuare all’interno della ZVN un’ulteriore area (ZVNE) definita a più alto rischio come elencato in tabella 2, al fine di applicare solo in questi comuni determinati provvedimenti che inizialmente erano estesi a tutta la ZVN (es.: tenuta del registro dei fertilizzanti). Inoltre è stato rivisto, per alcune colture il limite massimo di utilizzo di azoto in base alla suddivisione dell’area in alta e bassa pianura e in relazione all’irrigabilità. Ciò ha permesso ad esempio che nei comuni ricadenti nell’alta pianura friulana e irrigui il limite massimo di azoto per ettaro e per anno è passato dai 300 kg ai 330 kg nel caso di mais da granella e dai 310 kg ai 340 kg nel caso di mais ceroso (silomais) in monosuccessione. E’ stato rivisto anche il periodo di divieto nell’utilizzo dei letami e liquami che inizialmente andava dal 15 novembre al 15 febbraio indistintamente per tutte le aree. Nell’ultima versione del piano di azione questo divieto è previsto dal 1° novembre al 31 gennaio nei comuni appartenenti all’alta pianura friulana e posticipato dal 1° dicembre al 28 febbraio nella bassa pianura.
L’aspetto più importante da considerare rimane comunque quello della dose media di azoto apportato con gli effluenti di allevamento che non può superare i 170  kg per ettaro e per anno. E’ comunque possibile superare questo limite in determinate superfici agricole coltivate ma sempre nel rispetto della media aziendale, in ogni caso il tetto massimo di azoto apportato al campo (azoto di origine organica + azoto di origine minerale) non può superare quello stabilito per coltura e calcolato in funzione della precessione colturale. A tale proposito verranno predisposte apposite tabelle che riportano i valori massimi per coltura.
Come anticipato la tenuta del registro dei fertilizzanti in forma semplificata sarà obbligatoria solo per le aziende ricadenti nella ZVNE che devono presentare il PUA (Piano di Utilizzazione Agronomica) o che hanno dimensioni aziendali superiori ai 10 ettari. E’ stato stralciato invece il cosiddetto PAF (Piano Agronomico di Fertilizzazione) che doveva essere compilato e presentato alla Pubblica Amministrazione entro il 31 marzo di ogni anno.
E’ doveroso sottolineare che per alcune realtà aziendali si dovranno ripresentare o integrare le comunicazioni già depositate presso le amministrazioni comunali per potere procedere alla distribuzione degli effluenti di allevamento nella prossima campagna agraria così come riportato in tabella 1. A tal riguardo, non appena il Programma d’azione sarà operativo, tutte le aziende interessate saranno contattate dai nostri uffici al fine di fornire le adeguate informazioni e predisporre la documentazione prevista dalla nomativa.
Aldilà di queste “rifiniture tecniche” appare del tutto evidente che il Programma d’azione così com’è risulta insufficiente in quanto non modifica la sostanza e non aiuta a superare le problematiche. E’ indispensabile poter garantire un maggior sforzo al fine di favorire l’utilizzo dei reflui di allevamento anche da parte delle aziende cerealicole. Sarebbe auspicabile in tal senso consentire un utilizzo anche minimo di effluenti (basterebbero 50 Kg di azoto ettaro) oltre i massimali stabiliti per coltura, ne trarrebbe beneficio la struttura del terreno e l’azienda zootecnica che non si vedrebbe costretta a monetizzare la possibilità di spandimento.
Per quanto concerne le misure di sostegno da adottare in favore delle aziende agricole coinvolte dall’applicazione della direttiva, c’è l’impegno da parte della Regione di mettere in atto tutte le possibilità di intervento previste dal PSR e da altri appositi strumenti regionali che saranno sottoposti al vaglio delle organizzazioni di categoria nei prossimi mesi. Va ricordato che il PSR e le altre misure, economicamente parlando, non godono di ottima salute, le risorse sono limitate e nel caso vengano utilizzate per questi fini dovrebbero necessariamente essere sottratte ad altri settori agricoli. Il problema è troppo grande e la coperta è troppo corta. La sopravvivenza della zootecnia e delle cerealicoltura friulana, cosi come la presenza di nitrati nelle acque sono problemi collettivi che andrebbero affrontati con risorse collettive. 

Tabella 2 - Distinzione tra alta e bassa pianura dei comuni che ricadono nelle ZVN.

Comuni di alta pianura
 
Comuni di bassa pianura
 
Artegna
Bagnaria Arsa
Basiliano
Bertiolo        
Bicinicco
Buia
Campoformido
Campolongo al Torre
Cassacco
Castions di Strada
Chiopris-Viscone
Codroipo
Colloredo di Monte Albano
Coseano
Dignano
Fagagna
Flaibano
Gonars
Lestizza
Magnano in Riviera
Majano
Martignacco
Mereto di Tomba
Montereale Valcellina
Mortegliano
 
Moruzzo
Pagnacco
Palmanova
Pasian di Prato
Pavia di Udine
Pozzuolo del Friuli
Pradamano
Ragogna
Reana del Rojale
Rive d’Arcano
S. Daniele del Friuli
S. Vito al Torre
S. Vito di Fagana
S. Maria la Longa
Sedegliano
Talmassons
Tapogliano
Tarcento
Tavagnacco
Treppo Grande
Tricesimo
Trivignano Udinese
Udine
Visco
 
Camino al Tagliamento
Carlino
Cervignano del Friuli
Latisana
Marano Lagunare
Muzzana del Turgnano
Palazzolo dello Stella
Pocenia
Porpetto
Precenicco
Rivignano
Ronchis
Ruda
S. Giorgio di Nogaro
Teor
Terzo d’Aquileia
Torviscosa
Varmo