“Un colpo al cuore all’agricoltura friulana”. Rosanna Clocchiatti, presidente della Coldiretti di Udine, aveva definito in questa maniera, la delibera della Giunta Regionale sui nitrati. Lo aveva fatto in occasione dell’assemblea provinciale della sua associazione, alla presenza dell’assessore regionale alle risorse agricole Claudio Violino, ma sopratutto di fronte alla base.
Un’affermazione carica di preoccupazioni, ma soprattutto della volontà di affrontare il problema con coraggio, senza mezzi termini, perché chi ne farà le spese saranno centinaia e centinaia di aziende e quindi tante famiglie che vivono di agricoltura.
“Senz’altro – commenta la Clocchiatti -. La decisione della Giunta è drastica. Forse non sono state calcolate fino in fondo le conseguenze. Gli effetti di questa delimitazione diventano automaticamente una limitazione all’attività agricola.
In un momento in cui il settore primario vive una fase congiunturale critica – aggiunge - questo è un altro ostacolo che non può essere sottovalutato, anzi può essere letale”.
In provincia di Udine sono 175 mila gli ettari di terreno interessati e 67 i comuni coinvolti. Un’area omogenea che va dalle colline fino alla bassa.
“Dopo tanti anni di attesa – spiega il direttore della Coldiretti di Udine Elsa Bigai – la Regione per evitare l’infrazione della Comunità europea ha deciso in 24 ore di deliberare in questa maniera. L’astensione alle delibera dello stesso Assessore Violino evidenzia come la scelta del governo regionale contrasti con i principi di favorire l’attività agricola e a questa anche la possibilità di sviluppo”.
Dopo queste osservazioni la Bigai aggiunge: “a questo punto siamo fortemente preoccupati ma non certo rinunciatari. Ora dobbiamo far si che dal confronto con la Regione si possano decidere insieme le linee guida e i limiti nei confronti delle aziende. Dobbiamo partire creando i presupposti, perché le imprese possano continuare a lavorare, soprattutto quelle zootecniche che come succede in tutto il mondo devono trovare la condizione di smaltire i reflui. Non solo, la Regione deve soprattutto definire quali saranno le compensazioni a favore delle aziende che dovranno far fronte a questa penalizzazione, così come si dovranno determinare i programmi e le risorse per consentire la riconversione dell’attività delle aziende che non saranno in grado di sostenere l’attuale indirizzo produttivo a causa delle direttiva nitrati . Insomma – precisa la Bigai – ora bisogna mettersi al tavolo, tutti insieme e disegnare quale futuro vogliamo per l’agricoltura friulana. Per fare questo - conclude il direttore – ci vuole tanta buona volontà, disponibilità, idee chiare e le risorse necessarie per concretizzare i programmi”.
12 Luglio 2008
DIRETTIVA NITRATI: