21 Giugno 2008
La diffusione di prodotti OGM

La diffusione di prodotti agricoli geneticamente modificati (Ogm), non ha risolto la questione dell’emergenza cibo. Ad affermarlo è la presidente della Coldiretti di Udine, dopo che in questi giorni, la scarsità di cereali e l’aumento dei prezzi ha rilanciato la questione degli Ogm.
“Il problema terribile della fame nel mondo – commenta la Clocchiatti - non può essere usata demagogicamente per avallare operazioni commerciali di rilancio delle coltivazioni Ogm. Lo dimostra il fatto – spiega la presidente - che nel resto del mondo, ove non ci sono norme restrittive alla coltivazione, sono stati introdotti in pochi Paesi. Nei Paesi poveri che speravano di risolvere le proprie difficoltà l’effetto misurato è stato in realtà l’aumento della fame e della dipendenza economica”.
Nel mondo ci sono 854 milioni di persone che soffrono la fame, un numero che non è mai calato dal 1990 al 1992 anche se sono aumentate le superfici coltivate con organismi geneticamente modificati (Ogm) che ammontano ora a 114 milioni di ettari in 23 paesi.
“La diffusione di queste coltivazioni Ogm nei paesi poveri - continua la presidente  - si concentra peraltro sopratutto su produzioni destinate all'esportazione che non riforniscono il mercato interno dove lasciano una situazione aggravata dalla perdita di varietà locali e in generale della biodiversità”.
Da rilevare inoltre che una recente ricerca dell’Università del Kansas, realizzata dal Professor Barney Gordon del dipartimento di agronomia ha dimostrato che dopo tre anni di sperimentazione, la soia geneticamente modificata per resistere al diserbante roundup, produce il 10 per cento in meno rispetto a quella convenzionale, evidenziando così la minore produttività del prodotto Ogm anche nei paesi sviluppati.
“È questa una ragione in più – spiega la Clocchiatti - per rispettare in Europa il principio della precauzione nei confronti dei consumatori che manifestano tra l’altro una forte opposizione agli Ogm in agricoltura e lo dimostra il fatto che il 67 per cento dei cittadini italiani e il 63 per cento di quelli europei ritengono che i prodotti alimentari contenenti Organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali e questo – conclude la presidente - sulla base anche dei risultati dell'indagine Coldiretti-Swg sulle opinioni di italiani e europei sull'alimentazione".